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La malattia emorroidaria: cosa fare?

Le emorroidi sono strutture vascolari del canale anale presenti in ogni individuo che svolgono un ruolo importante nella continenza fecale. In presenza di sintomi quali sanguinamento, dolore, prurito può esistere una condizione patologica definita malattia emorroidaria.
Nei paesi occidentali la malattia emorroidaria nei vari stadi interessa più del 50% della popolazione; si tratta quindi di una patologia estremamente diffusa.
Esistono varie classificazioni delle emorroidi, più o meno recenti, tuttavia la distinzione in interne ed esterne e la suddivisone in quattro gradi, pur non essendo le ultime ideate sono ancora le più utilizzate nella pratica clinica.
emorroidiIn presenza di sintomi, la prima cosa da fare e’ una visita che può venire eseguita in genere dal medico curante, dallo specialista chirurgo o da un coloproctologo: e’ importante infatti porre una diagnosi corretta e differenziare altre patologie benigne o maligne della regione anorettale o del colon che potrebbero presentarsi con una sintomatologia simile.
Una volta confermata la diagnosi e definito lo stadio della malattia ed i sintomi si possono prendere in considerazione le opzioni terapeutiche.

La maggior parte dei pazienti risolve definitivamente o temporaneamente il problema con terapia medica, ovvero regolarizzazione dell’alvo, modifiche dietetiche personalizzate ed utilizzo di terapie locali o sistemiche che risolvono il quadro sintomatico. In caso di persistenza o ricomparsa della sintomatologia tuttavia e’ possibile prendere in considerazione altre possibilità terapeutiche.

legatura elastica La legatura elastica e’ una procedura ambulatoriale, indolore, eseguita senza necessità di anestesia, ripetibile e gravata da una basso numero di complicanze che risolve i quadri meno avanzati della malattia e può essere utilizzata in pazienti che presentano controindicazioni a terapie chirurgiche. I risultati sono eccellenti e, in caso di recidiva o peggioramento del quadro, è possibile eseguire un intervento chirurgico se indicato.

La scleroterapia presenta indicazioni e risultati simili e viene praticata con uguale successo.
La terapia chirurgica oggi si avvale sostanzialmente dell’emorroidectomia tradizionale eseguita secondo varie tecniche e quindi definita aperta secondo Milligan Morgan (fig. a) o chiusa secondo Ferguson (fig. b).

In certi casi viene praticata con l’utilizzo di strumenti chirurgici di recente introduzione nella pratica clinica quali la radiofrequenza o gli ultrasuoni.

fig. a fig. a
fig. b fig.b
 

Si tratta di un intervento chirurgico efficace la cui validità è documentata da decenni di esperienza, che richiede un’anestesia (generalmente generale o locoregionale, più raramente locale), in genere un giorno di ricovero e che presenta, come tutte gli interventi, possibili complicanze (in particolare l’emorragia e la stenosi) ed un certo numero, modesto, di insuccessi o recidive.

LongoRecentemente e’ stata introdotta una nuova tecnica, cosiddetta mucoprolassectomia con stapler secondo Longo che si basa su premesse fisiopatologiche diverse e ha trovato grande applicazione in tutto il mondo.
Anche qui si tratta di un vero e proprio intervento chirurgico che richiede anestesia generale o locoregionale, in genere un giorno di ricovero, possibili complicanze ed un certo numero di insuccessi o recidive.
Nella stragrande maggioranza dei casi tuttavia queste tecniche sono efficaci, indolori e risolvono definitivamente la malattia emorroidaria se eseguite correttamente e con le giuste indicazioni.

LongoEsistono linee guida pubblicate dalla Società Italiana di Chirurga Colorettale che descrivono dettagliatamente indicazioni e risultati delle tecniche sopradescritte.
Una nuova tecnica, definita legatura doppler guidata delle arterie emorroidarie, o HAL infine attende ancora conferme in termini di efficacia prima di trovare applicazione su larga scala.

 

Articolo pubblicato su http://www.medicitalia.it