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Chirurgia nei paesi in via di sviluppo

 Da più di dieci anni un chirurgo della II Divisione di Chirurgia Generale dell’Ospedale di Cantù trascorre parte del suo tempo libero in strutture sanitarie in paesi in via di sviluppo, prevalentemente in Africa (Burundi, Zambia, Capo Verde) ed Asia (Bangladesh).

L’attività e iniziata sotto la guida e grazie ad un chirurgo esperto, il Dottor Maurizio Casiraghi , attualmente in servizio presso il pronto soccorso del nostro Ospedale che aveva già maturato una lunga e ricca esperienza negli anni precedenti.  Ogni realtà presenta caratteristiche peculiari ed il tipo di attività chirurgica varia molto in funzione delle necessità che si incontrano. In Burundi ad esempio, gran parte degli interventi sono costituiti dai parti cesarei e dalle urgenze ostetrico ginecologiche oltre alla traumatologia, essendo il paese assolutamente sprovvisto di strutture sanitarie locali efficienti ed appena uscito da una devastante e lunga guerra civile che ha decimato la popolazione. In Zambia invece la collaborazione prevede la temporanea sostituzione di un chirurgo missionario di Cantù, il Dottor Paolo Marelli che da anni vive in Africa ed ha bisogno di un sostituto, essendo l’unico chirurgo presente, per i periodi nei quali ritorna in Italia. La sua realtà è costituita da un moderno e funzionale ospedale al confine tra lo Zambia e lo Zimbawe dove l'AIDS e le sue complicanze costituiscono il principale problema sanitario da affrontare. L’attività chirurgica quindi è distribuita tra urgenze ostetriche ed interventi programmati per la popolazione locale che con difficoltà riesce ad accedere alle strutture sanitarie statali. L'esperienza in Bangladesh invece è un appuntamento fisso che prevede la permanenza un mese in un ospedale gestito dai Missionari Saveriani, dove opera anche un altro chirurgo della nostra azienda, il Dottor Andrea Di Francesco, chirurgo maxillo facciale al S. Anna. Un’equipe completa costituita da due o tre chirurghi, due o tre anestesisti ed un gruppo di infermiere professionali e strumentiste parte con tutto il necessario e per un mese svolge un'attività intensiva di chirurgia di elezione. La domanda locale è altissima perchè il Bangladesh è il paese del mondo con la maggiore densità di popolazione e con una assistenza sanitaria locale estremamente carente. In questa sede gli interventi prevalenti riguardano la chirurgia tiroidea e gli interventi di cosiddetta routine (colecistectomie, isterectomie,ernie inguinali) che in quella realtà però diventano problemi enormi per i pazienti, soprattutto donne e bambini. Tutti coloro che partecipano a queste attività utilizzano le ferie delle loro abituali sedi di lavoro e pagano personalmente le spese di viaggio. E' estremamente difficile spiegare le motivazioni ed esprimere le emozioni che portano ad una scelta di questo tipo, soprattutto per dei chirurgi, più portati per abitudine al fare che al dire tuttavia la sensazione comune che provano le persone che svolgono queste attività è la difficoltà a smettere dopo aver provato una volta. Qualche immagine raccolta in questi anni può essere più eloquente di tante parole.

Le parole di uno dei Missionari ascoltati durante uno dei soggiorni, interpretabili personalmente da ogni lettore, mi sembrano il modo migliore per concludere questa breve presentazione invitando chi fosse eventualmente interessato ad avere maggiori dettagli o a collaborare in qualche modo, prestando la propria opera o economicamente a contattarci: "Alla fine della vita, l’importante è avere amato."

Andrea Favara
MD. Chirurgia II Cantù

Articolo pubblicato su http://www.medicitalia.it