L'ulcera peptica o gastroduodenale è una soluzione di continuo, ovvero una ferita che interessa lo strato mucoso della parete dello stomaco o del duodeno e che può interessare tutta la parete perforando il viscere.
E' una malattia nota fin da tempi antichi, ma negli ultimi trenta anni le conoscenze relative alle cause per cui si sviluppa sono cambiate radicalmente ed oggi la malattia può venire curata e guarita in poche settimane dalla diagnosi nella quasi totalità dei casi, purchè si ponga una diagnosi corretta. Si riteneva infatti che uno squilibrio tra i fattori difensivi della mucosa (in particolare la produzione di muco) e quelli aggressivi (in particolare l'acido cloridrico prodotto nello stomaco) fosse il fattore detrminante, associato allo stress e a disordini alimentari.
La terapia era quindi limitata alla eliminazione di questi fattori ed alla riduzione delle secrezione acida mediante farmaci.
In questo modo purtroppo molte ulcere non guarivano e si verificavano frequentemente le complicanze della malattia, oggi per fortuna molto meno frequenti, che rendevano indispensabile un intervento chirurgico spesso eseguito d'urgenza per risolvere un'emorragia o una perforazione.
Nel 1982, la scoperta del batterio Helicobacter Pylori e della sua associazione con alcune patologie tra le quali l'ulcera peptica, ha rivoluzionato l'approccio terapeutico permettendo la guarigione della maggior parte delle ulcere dopo alcune settimane di terapia antibiotica associata ad una terapia inibente la secrezione acida.
Il sintomo caratteristico dell' ulcera è il dolore, in genere localizzato alla parte superiore dell' addome ed in diverso rapporto con l'assunzione di cibo in base alla localizzazione gastrica o duodenale dell' ulcera. (figura 4)
La progressione della malattia può portare ad un sanguinamento cronico che determina una anemia oppure ad un restringimento del viscere che si manifesta con difficoltà digestive e vomito dopo l'assunzione di cibo.
La sintomatologia costituisce una indicazione ad eseguire l'esame di scelta per la diagnosi di ulcera che è la gastroscopia, eventualmente eseguibile con minore fastidio per via transnasale con strumenti sottili di nuova generazione. (figura 5) L' esame permette di identificare la sede dell' ulcera, di prelevare un campione di tessuto per verificare la presenza di helicobacter pylori e sopratutto, in caso di ulcera localizzata allo stomaco, di eseguire prelievi bioptici in corrispondenza dell'ulcera che a volte può confondersi con un cancro permettendo la diagnosi corretta.
Eseguita la gastroscopia e confermata la diagnosi, una terapia antibiotica associata ad un farmaco inibitore della pompa protonica permette di ottenere la cicatrizzazione dell' ulcera nella quasi totalità dei casi evitando che si verifichino le temibili complicanze prima descritte.
Esistono poi farmaci, che, assunti per altra patologia, possono favorire la comparsa di ulcera, ed in particolare i farmaci antinfiammatori e i farmaci steroidei. Quando è necessario assumere questi farmaci per periodi prolungati, è in genere consigliabile assumere contemporaneamente una terapia in grado di 'proteggere' la mucosa gastroduodenale e ridurre la secrezione acida.
Mentre è stato ridimensionato il ruolo della dieta e dell' alimentazione e della dieta relativamente alla comparsa di un'ulcera, è noto che il fumo ed il caffè hanno un effetto favorente la formazione di ulcere.
Nonostante il progresso in termini di conoscenze e l'efficacia della terapia, purtroppo sono ancora frequenti i caso di ulcere sanguinanti o perforate che giungono in ospedale e richiedono un trattamento endoscopico o chirurgico d'urgenza. Si tratta sempre di interventi eseguiti su pazienti critici che purtroppo presentano ancora oggi una certa mortalità, in particolare quando i pazienti sono anziani e magari contemporaneamente affetti da altre patologie.
In conclusione, una diagnosi precoce endoscopica posta poco dopo la comparsa dei sintomi ed una terapia corretta sarebbero auspicabili e permetterebbero a questa malattia ed alle sue complicanze di far parte della storia della medicina
Articolo pubblicato su http://www.medicitalia.it