La possibilità di effettuare una gastroscopia introducendo lo strumento attraverso il naso è stata messa a punti negli Stati Uniti da Reza Shaker ed introdotto per la prima volta in Italia del 1997 da Fausto Barberani.
Con queta metodica, si esegue un esame classico con la sola differenza che la sonda viene introdotta dal naso. (fig. 1)
La sonda è di minori dimensioni (5 mm) e, una volta raggiunto l’ esofago, la procedura riproduce esattamente quella tradizionale.(fig. 2)
E’ possibile eseguire prelievi bioptici con pinze dedicate e manovre operative.
La maggiore tollerabilità dell’ esame permette di eseguire la procedura senza necessità di sedazione endovenosa o anestesia locale, utilizzando solo un lubrificante per permettere l’ agevole transito dello strumento, in questo modo il paziente può parlare durante l’ esame, non avverte sensazioni fastidiose e non necessita di tempi di recupero dopo l’ esame conseguenti alla sedazione.
Esistono tuttavia dei limiti, in circa il 2% dei casi la via transnasale non può essere utilizzata per anomalie anatomiche della regione ed in questo casi l’ esame deve essere eseguito necessariamente per via transorale.
Esiste infine una complicanza specifica di tale tecnica che è l’ emorragia nasale, complicanza che si verifica in un numero modesto di casi e che in genere viene risolta mediante tamponamento temporaneo.
La tecnica non è utilizzata in tutti i centri di endoscopia perché necessita di strumento dedicati a costo elevato, di una manualità specifica da parte dell’ operatore e di una curva di apprendimento per eseguire la manovra correttamente, l’ impressione tuttavia è che progressivamente sia destinata a sostituire la gastroscopia tradizionale nella maggior parte dei casi.
Per ulteriori informazioni visita il sito http://www.gastroscopiatransnasale.it
Articolo pubblicato su http://www.medicitalia.it